IL VASO DI PANDORA

26.5.20

Angel With A Shotgun

Era un tiepido pomeriggio autunnale che aveva come protagonista un giovane fanciullo moro sulla ventina perso nei suoi pensieri che decise di chiamare la sua migliore amica che non sentiva da un po' di tempo. Estrasse entusiasmato dalla tasca posteriore dei jeans il suo cellulare e inizio a cercare il numero dell'amica nella rubrica, una volta trovato pigiò il tasto verde sullo schermo sperando che dall'altra parte del telefono sentisse la dolce voce della minuta fanciulla. Il fanciullo vedendo che la donzella non rispondeva alla sua chiamata, riagganciò e preoccupato prese le chiavi della macchina che si trovavano sul comodino vicino alla porta d'entrata, e si dirisse verso l'appartamento della graziosa damigella.

Arrivato difronte alla porta dell'appartamento, aprì la porta delicatamente e si fece spazio nella stanza della sua amica. La prima cosa che notarono gli occhi color smeraldo del giovane fu la pistola che la pulzella teneva puntata contro il muro. Il ragazzo deglutì con fare intimorito le chiese senza esitare:

A: “C-che cosa stai facendo con quell'arma?! A-a chi stai cercando di sparare?! E poi... ero preoccupatissimo per te! -esclamò il giovincello ansioso-

E: Ella sentì la porta della stanza aprirsi e, senza degnare di uno sguardo il giovane fanciullo, gli rispose: “Scusami se non ti ho risposto alla chiamata anche se ero intenzionata a farlo, ma ero alquanto occupata” - recitò la ragazza con un ghigno stampato in faccia che era il solito della rossa- “Mi sto preparando per il tiro a piattello, sai? -domandò ella posando la magnum calibro 44 sul comodino vicino alla porta della stanza- Sai quanto mi piace questo particolare sport.” - disse la dolce pulzella mentre squadrò il moro dalla testa ai piedi con il suo sguardo tagliente-

La minuta dama si avvicino dolcemente al moro e con tono soave gli disse:

E: “So a cosa pensavi... Pensavi che avrei voluto fare fuori tutti coloro che mi hanno ferita in tutti questi lunghi anni, giusto?!”

A: “Beh... Ecco... Sì!” - rispose il ragazzo con una voce tremula in gola per poi dare un sì decisivo all'amica.

Ci fu un silenzio assordante nella conversazione intanto che la donzelletta si avvicinò alla finestra mettendosi comodamente seduta vicino al davanzale della finestra con la mano sotto il mento e col gomito poggiato sul parapetto della finestra. Lo sguardo color ambra della giovincella pian piano iniziò a confondersi con l'immenso ambrato dell'orizzonte celeste.

E: “Sai...” - disse ella pensierosa - “Non ne sarei mai capace a uccidere una persona, anche se in realtà lo desidero moltissimo.

A: C-cosa? -interrogò il ragazzo con un nodo di paura in gola-

La rossa si girò verso il giovincello e lo osservò attentamente col suo solito ghigno stampato in faccia

Ci fu un'altra lunga pausa tra i due giovincelli... dappoi la rossa riprese il dialogo esponendo al fanciullo ciò ella aveva da esprimere.

E: Ma sai... -ammoniò la ragazza con una voce alquanto maliziosa in gola- Una pallottola nel fianco di una persona la uccide sul colpo e non c'è gusto nel vederla soffrire,  e poi la vita è troppo bella per viverla in una prigione sporca e mal odorante, se metti in atto una simile e stupida atrocità.

La ragazza aggiunse: "E poi, le persone vanno uccise allo stesso modo come sei stato ucciso tu, ovvero a parole scelte con molta cura e cautela.”

Il ragazzo fece un mezzo sorriso alle ultime parole dette dalla rossa, si avvicinò a lei e le sussurrò: "Ti va di guardare il cielo assieme a me, per l'ultima volta'" -domandò il ragazzo con il magone in gola-

Ella lo mirò preoccupata e senza chiedergli il motivo, lo accontentò.

La realtà dei fatti era che al moro gli rimanevano solo 24 ore di vita, perché il ragazzo soffriva di cancro terminale al pancreas di cui solo i suoi familiari ne erano a conoscenza di questo gravissimo tumore.

In realtà, il ragazzo non si è mai preso la briga di raccontare per filo e per segno il suo gravissimo problema, perché lui sapeva come sarebbe andata e poi... voleva passare gli ultimi istanti della sua vita insieme a quella, che in un futuro non molto lontano avrebbe dovuto essere la sua compagna di vita.




Pubblicato da: Pandora alle 12:06 AM
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